Il paziente ha bisogno di umanità da parte del medico. L’umanizzazione in Oncologia significa saper ascoltare e coinvolgere il paziente nelle decisioni.
Di essere umano. L’oncologo deve essere... gli chieda di essere umano. Perché? Ci sono tanti eventi, si parla di umanizzazione, ma si confonde molto qual è il significato di umanizzazione, parlo in Oncologia, ma dovrebbe essere in tutta la sanità.
Molto spesso si confondono le attività ricreative o ludiche (l’angolo della lettura, l’angolo della pittura…) con l’umanizzazione. Non c’entra assolutamente nulla, quelle sono delle cose, delle iniziative collaterali.
L’umanizzazione in Oncologia e in Medicina è mettersi in discussione (l’operatore sanitario) sulle capacità che ha di ascoltare, accettare l’altro e condividere con lui le scelte. Questo significa, questo deve chiedere.
Il nostro lavoro l’abbiamo scelto noi, non ce l’hanno imposto, e il paziente – chiamiamolo utente -, l’utente deve chiedere al professionista di essere in grado di ascoltare quello per cui lui è presente in quel momento, in una situazione di contesto storico e di vissuto devastante, perché mette in discussione tutta la sua esistenza una diagnosi di tumore. Quindi l’ascolto.